sabato 22 novembre 2008

Prima Login su VMware Server 2.0

VMWare Server 2.0 si è discostata in maniera significativa da VMWare Server 1.0. E 'ancora un software di virtualizzazione che permette agli utenti di creare, gestire ed eseguire macchine virtuali, ma ora gira esclusivamente su interfaccia web, e introduce molte altre nuove funzioni e miglioramenti. Per accedere a VMWare Server 2.0, gli utenti avranno accesso a https://localhost:8333/ui/o a http://localhost:8222/ui/ per la connessione non sicura con un browser web per accedere all'interfaccia di gestione VMware Infrastructure (VI) Web Access, che è la VMWare Server Console. Non bisogna preoccuparsi se il nostro sistema non dispone di un server web come Apache o IIS di Microsoft in esecuzione, VMWare Server 2.0 installa il Tomcat server in background.
Ma quando gli utenti aprono l'interfaccia si apre una pagina di login chiedendo nome e password, come mostrato nella schermata qui sotto.





Quali dati di accesso utilizzare? Anche se questa è la prima installazione di VMWare Server 2.0, e anche se avete installato VMWare Server 1.0 prima, non abbiamo mai visto una richiesta per la creazione di un account utente o password durante l'installazione. . In realtà, VMware Infrastructure Web Access, e, di conseguenza, VMWare Server 2.0, utilizza account utente del sistema operativo, vale a dire Windows XP, Windows Vista, Microsoft Windows Server 2003, Windows Server 2008 e Linux. Quindi, per effettuare la login a VMWare Server 2.0 Web Console, utilizzare un account amministrativo di Windows o Linux (amministratore o utente root) e la password corrispondente. Nota la password è obbligatoria. In Windows se il built-in account Administrator non ha password bisogna assegnarla. Dopo il primo login e' possibile creare e aggiungere un altro account utente con privilegi di amministratore appositamente per VMWare Server al solo scopo di login.

domenica 16 novembre 2008

Invio log e notifiche tramite Gmail su Ubuntu

Interessante articolo su come configurare un server con ubuntu per mandare notifiche e log sfruttando gli smtp di Gmail
http://ubuntu-tutorials.com/2008/11/11/relaying-postfix-smtp-via-smtpgmailcom/

Preventing MySQL Injection Attacks With GreenSQL

Interessante articolo su come utilizzare GreenSQL per prevenire i MySQL Injection Attacks
http://www.howtoforge.com/preventing-mysql-injection-attacks-with-greensql-on-debian-etch

Unixersal Translator - ROSETTA STONE

Per i nostalgici o gli studenti:
la stele di Rosetta degli Unix

Eeepc Windows XP Install da USB flash drive

Per installare Windows XP su Asus Eeepc bisogna procurarsi:

  • USB_PREP8
  • PeToUSB
  • Bootsect.exe
  • un cd con Windows XP CD with SP2
  • un computer con Windows XP/Vista - x86
Con l'utility PeToUSB si può trasferire l'immagine di WindowsPE (o BartPE) su Usb e con i tool accessori si può preparare la chiavetta da usare come sorgente per l'installazione sull'eeepc. E' possibile scaricare i primi tre file con questo file: eeepc-ppack-winxp.zip

Una volta scaricato il file, inserire la chiavetta usb da usare per l'installazione (da 1 o 2 GB), scompattare lo zip e lanciare il file "usb_prep8.cmd". Se si utilizza Vista è necessario aprire una shell tramite il comando "cmd" con i privilegi di ammministratore, entrare nella cartella in cui è contenuto il file sopra citato e lanciare il comando. Questo per poter utilizzare le utility successive di formattazione che altrimenti non sono in grado di visualizzare e formattere i drive usb.
Una volta lanciato il file "usb_prep8.cmd" premere un tasto per proseguire e una volta aperta l'interfaccia di PeToUsb, selezionare il drive Usb su cui si vuole installare e lanciare la formattazione.
Una volta completata la formattazione, non chiudere la finestra da cui si è lanciato il comando, ma aprire un'altra finestra col comando "cmd" (per Vista usare sempre le credenziali amministrative), andare nella cartella dove è contenuto il file bootsect.exe (dentro Pre-packed\bootsect ) e lanciare il comando:
"bootsect.exe /nt52 G:"
dove G: nel nostro caso è la lettera assegnata all'Usb
Apettare che venga mostrato: “Bootcode was successfully updated on all targeted volumes.” In questo modo sarà resa avviabile la chiavetta Usb.
Ora andando sulla prima finestra aperta, quella col comando "usb_prep8.cmd" ancora in esecuzione dal menù premere l'opzione 1 per selezionare la posizione dei file di installazione di Windows XP (tipicamente il cd), verificare che nell'opzione 2 sia selezionata una lettera di unità non assegnata al sistema da usare come drive temporaneo, con l'opzione 3 selezionare il drive Usb da usare (nel nostro esemio G:) e alla fine con l'opzione 4 lanciare il processo.
Quando verrà chiesto di formattare il drive temporaneo T: rispondere si, quando viene chiesto di usare il drive Usb per il boot rispondere si. Al termine confermare il dismount del drive temporaneo e chiudere la finestra.
A questo punto la chiavetta usb è pronta per il boot, inserirla nell'eeepc, impostare su questo il drive usb appena agganciato come periferica di boot preferita e procedere col boot.
Se tutto è stato fatto correttamente si arriverà al menù di boot della chiavetta e selezionare "TXT setup" a questo punto partirà l'installazione di Windows XP. Neie reboot intermedi che effettuerà l'installazione, per continuare con l'installazione selezionare al boot l'opzione "GUI setup" in questo modo l'installazione continuerà da grafica e non ripartirà da zero. Alla fine avremmo Windows Xp installato sull'eeepc e potremmo effettuare il boot senza chiavetta.
In caso di problemi nel far partire il sistema operativo dopo l'installazione leggere l'altro post:
http://fabriziorosina.blogspot.com/2008/11/eeepc-windows-xp-usb-install-errore.html

Eeepc Windows XP usb install - Errore Missing hal.dll or corrupted

In seguito all'installazione di Windows XP sull'eeepc tramite chiavetta usb è possibile fare il boot solo lasciando la chiavetta inserita e usando l'opzione "TXT Mode Setup Windows XP2". Nel caso si usi l'opzione per avviare il sistema da grafica o si tolga la chiavetta e si provi a far partire il sistema dal disco interno si riceve questo errore: "Missing hal.dll or corrupted".
Per riuscire a far ripartire il sistema bisogna controllare il file boot.ini sul disco interno dell'eeepc se si vuole partire da disco o il file boot.ini della chiavetta usb se si deve ancora terminare l'installazione. Infatti se nel boot.ini viene indicata come partizione di boot la partizione su disco sbagliata si ottiene l'errore riportato.
Per modificare la partizione su chiavetta aprire il file boot.ini con un editor di testo e aggiungere le possibili partizioni nella voce "[Operating Systems]" in modo da avere un elenco completo al boot con cui verificare quale sia la corretta partizione di boot.

Esempio di boot.ini della chiavetta usb:
[Boot Loader]
Timeout=10
Default=multi(0)disk(2)rdisk(0)partition(1)\WINDOWS
[Operating Systems]
multi(0)disk(0)rdisk(2)partition(1)\WINDOWS="2. GUI Mode Setup partition 2" /FASTDETECT
multi(0)disk(0)rdisk(1)partition(1)\WINDOWS="2. GUI Mode Setup partition 1" /FASTDETECT
multi(0)disk(0)rdisk(0)partition(1)\WINDOWS="2. GUI Mode Setup Windows XP, Continue Setup + Start XP" /FASTDETECT

C:\SETUPLDR.bs="1. TXT Mode Setup Windows XP, Never unplug USB-Drive Until After Logon"
multi(0)disk(0)rdisk(1)partition(1)\WINDOWS="USB Repair NOT to Start 2. GUI Mode Setup Windows XP, Continue Setup + Start XP" /FASTDETECT


Nel caso riportato ho aggiunto le righe corrispondenti col commento "GUI Mode Setup partition 1" e "GUI Mode Setup partition 2"
Una volta aggiunte si può provare il boot e andando per esclusione trovare la partizione corretta proseguendo con l'installazione. Nel caso si debba poi modificare anche il boot.ini sul disco interno per fare il boot senza chiavetta si può partire da usb con l'opzione "TXT Mode Setup", selezionare l'opzione R e dalla console di recovery impostare nel boot.ini del disco la stessa partizione di boot impostata per la chiavetta.

sabato 8 novembre 2008

Linux eeeUbuntu 8.04 su un EeePC 701 4G

Iniziano a circolare sul web i nuovi video del sistema operativo eeeUbuntu 8.04 per piattaforme EeePC.

Nel video possiamo vedere alcune prove del sistema operativo eeeUbuntu 8.04 che girano su un EeePC dell’Asus della serie 701 modello 4G.



tratto da http://www.eeepcasus.it

Eeepc: Differenza di velocità d’esecuzione del sistema operativo Windows Xp se installato su SSD o su SDHC

WINDOWS XP su SSD o su SDHC?
Molti si chiederanno che differenza di velocità d’esecuzione esiste se installiamo il sistema operativo Windows Xp su SSD o su SDHC.
Prima di tutto analizziamo le differenze che esistono tra la tecnologia SSD e la teconologia SDHC.
TECNOLOGIA SSD
SSD è l’acronimo della lingua inglese Solid State Disk che in italiano significa Disco allo stato solido.
L’Eeepc dell’Asus a seconda del modello può montare un SSD da 2, 4 o 8 giga disponibili rispettivamente nei modelli Eee 2g (Ram 256 mb), Eee 4G (Ram 512 mb) ed Eee 8G (Ram 1 gb).
L’Asus, sicuramente, ha inserito nei modelli dei nuovi Eeepc la tecnologia degli SSD perchè:
hanno durata simile a quella degli hard disk tradizionali
garantiscono un minor consumo
garantiscono resistenza elevata agli urti
velocità di traferimento dati elevata
La velocità di traferimento degli SSD montati sui sub-notebook Eeepc dell’Asus sono comprese tra i 50 e i 75 MB/s.
TECNOLOGIA SDHC
SDHC è l’acronimo della lingua inglese Secur Digital High Capacity che in italiano significa Secure Digital ad Alta Capacità.
Le SDHC si possono classificare a seconda della classe di velocità a cui appartengono, fino ad oggi le classi di SDHC che si possono acquistare sul mercato sono:
CLASSE 2: velocita minima garantita 2 MB/s
CLASSE 4: velocita minima garantita 4 MB/s
CLASSE 6: velocita minima garantita 6 MB/s
Per il momento sul mercato esistono SDHC con capacità fino a 32 GB.
Nel seguente video si nota senza nessuna difficoltà che l’avvio del sistema operativo Windows XP sulla periferica SSD dell’Eeepc dell’Asus surclassa di molto l’avvio dello stesso sistema operativo su dispositivo SDHC.



tratto da http://www.eeepcasus.it

martedì 4 novembre 2008

OpenID 2.0

Il sistema di identificazione sul web denominato OpenID 2.0 è stato lanciato a dicembre dello scorso anno .
Cos’è OpenID 2.0: un metodo di identificazione online decentralizzato che richiede di dimostrare il possesso di uno specifico URL per essere identificato. Tale possesso deve essere confermato sia dal sito che accetta l’autenticazione sia dall’host OpenID.L’URL in questione può provenire da tutti quei provider che supportano la specifica di OpenID. Tra questi MyOpenID, Sxipper, PIP di VeriSign, ma anche WordPress.
In pratica vediamo come funziona con un esempio pratico. Innanzitutto bisogna crearsi un url OpenID (unico per tutti i portali che supportano OpenID) che utilizzeremo sui vari siti per procedere con l'autenticazione al posto dello username (specifico per ogni sito). Personalmente ho scelto quello di Verisign che rilascia gratuitamente un url OpenID tramite il servizio PIP (Personal Identity Portal). Nel caso di Verisign l'url sarà "username.pip.verisignlabs.com" mentre se ad esempio si utilizza blogspot sarà http://nomeblog.blogsopt.com. Una volta effettuata la registrazione sul provider OpenID scelto e ottenuto l'url da utilizzare per l'autenticazione possiamo procedere con la login su un sito che supporta questo formato.
Proviamo a utilizzare il servizio di Microsoft Healtvault (in beta) che supporta l'auteticazione tramite OpenID. Accedendo a questo link http://www.healthvault.com/account e seguendo l'icona OpenID relativa accediamo a questa schermata



Come vediamo quindi è possibile utilizzare in alternativa all'autenticazione Windows Live l'autenticazione OpenID. Nel campo "sign-in" inseriremo il nostro url di autenticazione previamente creato su uno dei provider di accessi OpenID. A questo punto il sito ci ridirige alla pagina web del nostro provider OpenID su cui effetturemo l'autenticazione (unica e sempre uguale per tutti i siti web) e in cui autorizzeremo il sito Healtvault ad accedere al nostro account OpenID. In questo campo è anche possibile specificare se il nostro provider OpenID provvederà sempre a considerare trusted il sito in questione o se sarà trusted per un tempo limitato (consigliato).


Una volta autorizzato il sito riusciremo ad accedere al sito Healtvault, tutto tramite un unico meccanismo di login. Come nota di sicurezza: su Verisign è possibile specificare 2 livelli di sicurezza dell'OpenID. Nel caso si abiliti il massimo livello di sicurezza il sito Verisign non accetterà da siti esterni come ad es. quello di Healtvault la richiesta di autenticazione. Questo significa che prima di poter fare accesso a un sito che supporta OpenID è necessario fare la login in un'altra pagina sul sito PIP di Verisign. In questo modo si evita di fare l'autenticazione in seguito a una ridirezione presa su un sito gestito da terze parti (come appunto Healtvault) e potenzialmente essere rediretti verso pagine "copia" che imitano la login del nostro provider OpenID allo scopo di rubarci le credenziali.



Questo è un passo in più dato che precedentemente dobbiamo aprire un'altra pagina ed effettuare l'autenticazione ma data la capacità di utilizzare l'OpenID come chiave unica per accedere ai nostri profili su Internet direi che è necessario proteggere tali credenziali al massimo.

Traendo spunto da un divertente paragone letto su un blog ma che in questo caso può reggere riporto una celebre frase di un film:

"One Ring to rule them all, One Ring to find them,One Ring to bring them all and in the darkness bind them"

Data la sua enorme versatilità e capacità di gestire le autenticazioni su tutti i nostri portali, è di fondamentale importanza preservare il nostro account OpenID come chiave (o anello) primaria, in pratica la nostra singola chiave che le controlla tutte e permette di accedere a tutte le nostre porte.

Tratto da http://www.gzone.it

domenica 2 novembre 2008

Openstreetmap in Italia

Il Progetto Italia di Openstreetmap ha come obiettivo il raccogliere e coordinare gli sforzi per la realizzazione della cartografia italiana all'interno del progetto OpenStreetMap.


http://wiki.openstreetmap.org/index.php/WikiProject_Italy

In queste pagine vengono raccolti dati riguardo le reti stradali ed infrastrutturali di interesse nazionale e internazionale, mentre nei sotto progetti regionali si inseriranno informazioni riguardo le infrastrutture locali.
Sempre in questa pagina è possibile mantenere le indicazioni su eventi (mapping party, meeting..) di interesse collettivo.

Un grosso contributo alla diffusione di OpenStreetMap in Italia viene dall'associazione GFOSS.it che ha avviato da qualche mese il processo per venir riconosciuta quale local chapter italiano della OpenStreetMap Foundation.
La logica di non creare un'ulteriore associazione è di evitare spese e duplicazioni inutili, dare ulteriore spinta all'associazione GFOSS.it e sfruttarne le già stabilite reti di relazioni ad alto livello con le amministrazioni pubbliche e con i mezzi di comunicazioni.

Google Street View

Arrivato ora anche in Italia un'altra novità targata Google: Street View.
Accedendo alla pagina di Google Maps noterete in altro a destra un nuovo tab: "Street View".



Con un semplice clic potrete arricchire la vostra esperienza di navigazione di Google Maps effettuando un vero e proprio tour virtuale delle città, spostando liberamente il relativo omino giallo da un punto all'altro della mappa.





Street View permette di scoprire e far conoscere le meraviglie delle notre città, cercare visivamente un ristorante o visualizzare il quartiere in cui si trova la casa vista su un annuncio. Ad oggi Street View copre le città di Milano, Roma, Firenze e la zona del lago di Como, ma presto se ne aggiungeranno molte altre.
Maggiori informazioni sul servizio sono disponibili su http://www.streetview.it/.

Google Transit


Di recente ho scoperto l'ultima novità di Google Maps si chiama Transit, un servizio ideato per pianificare spostamenti in città utilizzando i mezzi pubblici. Disponibile al momento per le città di Torino, Genova e Firenze.

Transit pianifica il tragitto dal luogo di partenza a quello di destinazione indicando dettagliatamente dove recarsi per prendere il mezzo pubblico più vicino, dove cambiare, gli orari di riferimento e i tempi di percorrenza.

L'Italia è stato il primo paese europeo a sviluppare questo progetto, Torino (tramite Gruppo Torinese Trasporti) e Firenze (tramite ATAF&Li-nea, AMV, ACV) , poi con l'aggiunta di Genova (tramite AMT Genova) hanno colto subito questa opportunità e deciso di offrire ai propri cittadini un servizio utile e semplice da usare. In questo momento sono numerosi gli incontri in atto con altre città e società di trasporto pubblico, nella speranza di poter estendere questo servizio in tutta Italia e non solo.

Uno dei desiderata del servizio Transit sarebbe il permettere di progettare un viaggio dalla Sicilia alla Norvegia usando esclusivamente i mezzi pubblici. Vedremo in che tempi e con quali collaborazioni si riuscirà a concretizzare questo progetto .